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jueves, 26 de marzo de 2015

Ciro Palumbo











The enchanted world of Ciro Palumbo A world populated by colorful dreams...


Ciro Palumbo nasce a Zurigo nel 1965, e in Italia, la sua terra, si innamora del mare.

Egli cresce e impara a creare immagini, a costruirle e dirigerle, ma comincia a sentire, profondo, un altro richiamo, canto di sirene, che lentamente lo riconduce a quell’immensa distesa d’acqua. Così lo dipinge, il mare, e diviene il pittore delle isole; e sebbene ancora non sia chiaro verso quale scoglio lo guidi il suo vento, le sue isole respirano sulle tele e le sue navi partono alla ricerca di nuove sfumature, indagando tra forma e colore, e trasportano l’immagine di un uomo, coraggioso, che vive sognando, anche per gli altri.











































Interludio

Definire un artista non è mai facile è meglio scrivere di com’è stato pensato e di come la gente comune considera questa figura sospesa fra trascendente e razionale. Anche perché io non so dare definizione dell’artista se non per ciò che produce e per il suo percorso iconologico e poi in una vita sempre più razionale dove non c’è più posto né per fiabe né per favole, l’artista diviene indispensabilmente l’indefinibile per antonomasia. L’Artista non si deve definire egli è come un varco tra la vita che scorre trasportata dal tempo e dai tempi e la fantasia che è sede delle speranze e dei sogni di ognuno. Neruda diceva che la poesia non va spiegata perché si comprende dall’emozione che suscita così, è per l’artista che dipinge, scolpisce crea immagine o che scrive non si può definire altrimenti perde la sua aura di catalizzatore di tutte le tensioni del cosmo, del cosmo intero. ….D’Altra parte l´artista da sempre è colui che dà visibilità all´invisibile anche a quei desideri da tener celati perché fanno arrossire la comune morale. È una sorta di radio che riceve sia da spiriti benevoli che maligni e si mette come a disposizione d’ispirazioni che appartengono alla invenzione e all´irrazionale, e a tutto ciò che l´uomo comune può vivere solo nella fantasia. Gli antichi pensavano che fossero le muse a ispirar tutti gli artisti, dai poeti agli attori financo ai musicisti e ai pittori. In epoca rinascimentale e fino al neoclassicismo si pensò che non fossero le muse ma angeli o demòni che venivano ad ispirare e a condurre cuore, mente e mano dell´artista. Angeli e demòni, figure di luce e tetre personificazioni, entità luminose opposte a quelle tenebrose e l´artista all’una o all’altra sceglie di dar servigio. Ricordo disegni che vedevano rappresentati Beethoven circondato da demoni musicisti che gli correggevano gli spartiti e Niccolò Paganini disegnato con un demonio dietro le spalle che sussurrava all’orecchio la musica da eseguire, Van Gogh interpretato da un Kirk Douglas che ne risaltava l’animo turbato da angeli, demoni e una solitudine temuta e ricercata. E poi parafrasando un brano di una lettera che proprio Vincent Van Gogh scrisse a suo fratello Theo, si potrebbe affermare che l´artista è tale se riesce a carpire l´ineffabile e a dar immagine a ciò che forma e figura non può avere. Una sorta di creatura, l’Artista, che ha ricevuto più di altri la mistica scintilla del creatore e non può che viver male su una terra che poco sa del paradisiaco luogo da cui è pervenuta. Io spero, talvolta, che se un Dio esiste dovrebbe, degli artisti, aver più pietà che per ogni altro uomo oppure ogni uomo considerare Artista.



Ma ciò che l’artista produce e dona suo malgrado l’umanità talvolta non corrisponde con il suo modo di fare e di relazionarsi con le persone quasi che l’opera d’arte sia essa una immagine o una musica o una poesia sia esattamente l’opposto della persona che l’ha creata. Come se un orco fosse stato pervaso da un demone benigno e l’abbia ispirato e non ci fosse alcuna relazione tra creatore e la cosa da lui creata. Così mi piace cominciare a parlare di Ciro Palumbo la sua persona e il suo modo di fare sono come le sue pitture, fatte di sogno e d’immaterialità. Tempo fa conobbi un cantautore che ha fatto sognare con le sue opere me, come tanti altri, Francesco De Gregori, lui ha scritto parole e musiche che hanno segnato un’epoca, le sue canzoni hanno permesso ai ragazzi che ora sono padri di dire, all’oggetto dei loro desideri, concetti che altrimenti sarebbero restati muti, e fatto in modo di materializzare in suoni e versi ciò che altrimenti sarebbe restato inespresso in termini di rabbie, speranze e libertà e non solo nei fatidici anni ’70, ma ancora oggi. Così canzoni come “signora aquilone”, “rimmell”, “pablo”, “quattro cani per strada”, “titanic” fino a “sempre e per sempre” sono divenute più che semplici canzoni la figura e insieme la cornice per momenti divenuti memoria e patrimonio dei ricordi più belli di molte persone. De Gregori ha chiuso in brevi versi il suono stesso che parte dal cuore e arriva al cervello e rigenera tutto il corpo. È questo anche il senso e la vocazione di certi artisti, oserei dire di quelli che restano nella storia, cioè il permettere a molti di esprimere le emozioni le sensazioni come pure le rabbie e i desideri e le speranze. Ma se Ciro Palumbo sembra il depositario di un fare arte che quasi lo supera e che celebra in ogni opera con una tecnica che permette all’opera di generarsi stesura dopo stesura per altri artisti non è la stessa cosa, lui stesso si stupisce di come la creazione abbia scelto lui per divenire l’araldo della creatività. Le sue opere sono come la materializzazione di una idea che dall’assoluto, o dall’infinito si canalizza nell’artista, Ciro Palumbo non fa altro che dare materia e figura all’idea. E un poco come fu per Michelangelo Buonarroti lui liberava l’idea dalla materia che la opprimeva quasi che il marmo in più, fosse un involucro che imprigionasse una figura eterna, che nella grezza materia è imprigionata. In Francesco De Gregori non è la stessa cosa. Quando lo conobbi ed ebbi modo di parlare con lui trovai un uomo diffidente e indifferente, scortese e dedito più alle attenzioni delle persone di potere, di partito piuttosto che alla gente comune. Una persona completamente diversa da ciò che facevano pensare le sue opere, tanto diversa, troppo diversa, tanto che le volte successive lo guardavo con distacco e sorridevo e lui era quasi incuriosito dai miei sguardi che non vedevano più un poeta capace di dar volto a ciò che nel profondo di ognuno vedevo un poeta stronzo ed egoista e che resterà sì nella storia, per le sue canzoni e per la sua incoerenza nella relazione con gli altri. Palumbo è altra cosa, dipinge prendendo la tecnica della tempera a olio che rielabora in tutti i suoi passaggi che non sono pochi e quindi ogni opera richiede tempo e meditazione fino all’ultima stesura di luce e lucidi. Forse è questo che fa sì che Ciro Palumbo risenta più che De Gregori dell’arte che crea. Questa mostra è nata da un testo che ho scritto tempo fa per una scultura di Franco Filoni mi ispirò il viaggio del giovane vecchio, un guerriero che si siede e prova a specchiarsi anche nella lama della sua spada e riflette sul tempo passato e che passerà. Sono passati 20 anni e nel gioco dei ricordi parlando con Ciro è venuto naturale parlare della vita e di colui che arrivato a un certo punto del Viaggio si ferma e si guarda indietro per vedere cosa è successo e provare a intravedere cosa accadrà. Così dal quel brano nasce o meglio riparte il viaggio del giovane vecchio o del vecchio giovane e Ciro Palumbo dona immagine a ciò che altrimenti resterebbe solo parola scritta, ma si sa che la istoria per essere narrata delle figura abbisogna… La genialità della pittura di questo artista si spiega nel suo percorso professionale, è nato come grafico pubblicitario ed è approdato alla pittura riscoprendo le tecniche antiche sia della raffigurazione sia dela tecnica a tempera a olio. Il suo modo di fare immagine torna a condurre l’osservatore alla meraviglia al gioco dei ricorddi sommersi dal presente, allo stupore e quindi all’introspezione.





Un’altra peculiarità dell’opera di quest’artista è quella di unire in maniera armonica, l’idea concettuale che fu dell’arte metafisica con quella che fu la base del concetto dell’arte surrealista, due movimenti che Palumbo fonde usando l’amalgama della melanconia e della nostalgia quasi che in lui, dipingendo, cantino in un’unica voce, il suo essere bambino, ragazzo e uomo. “Se la metafisica si realizza nella rappresentazione di oggetti e scenari propri di una realtà che è fatta di una verità nuova che si cela in ogni oggetto, figura se solo si riesce a vederli o a immaginarli al di fuori del loro contesto”, spiega Giorgio De Chirico, e il surrealismo fu invece ricerca del non senso delle cose, del rapporto tra visione e racconto, della creazione di situazioni inattese e impossibili, della valorizzazione degli aspetti onirici e di ciò che cambia l’imagine in imago, magia come scriveva Renè Magritte, in Ciro Palumbo queste due correnti artistiche diventano concetti basilari su cui l’idea ispiratrice prende forma. Le opere di questa mostra sono anche l’evidenza del percorso artistico di Palumbo e non stupisce se in ogni quadro l’osservatore ci si rotrova perché lo stesso racconto “il viaggio del giovane vecchio” è fatto come le opere dell’artista, di umanitas, di cose comuni, di oggetti e di figure che fanno il quotidiano e diventano ricordi con la vita che passa. Ma il compito che si è prefissato quest’artista è di dare rilievo a quell’emozione che è anche se uguale per tutti, rende ogni persona diversa per se uguale. Come se ciò che rende diverso effettivamente un uomo dall’altro è anche ciò che lo unisce e cioè il provare emozioni, sensazioni, sentimenti. Ogni elemento e simbolo nei quadri di Palumbo è avulso dalla casualità. Il cielo diventa così, lo sfondo, dove il tempo scrive gli aneliti dell’uomo con gli astri che passano e le nubi che segnano i tempi. L’acqua è il passaggio, simboleggia il cambiamento. Le statue sono la storia antica, che da voce a quella ancestrale, le statue sono la religiosità che si mischia con il misticismo antico e diviene magia e miracolo allo stesso tempo. I giochi sono la fanciullezza di cui si ha bisogno per fermare Crono e lasciare che sia Apollo o Dioniso con le loro ninfe e muse a guidarci nel Viaggio della vita, perché è nelle cose piccole che si specchia l’infinitamente grande. Nella filosofia che dipinge Palumbo Ares smette, almeno per un poco, i panni da guerriero e indossa quelli del giardiniere, e ci da l’illusione che sia per sempre. In questo modo il quadro può divenire una sorta di finestra sull’irrealtà del tempo che fu e su i sogni che ancora restano da vivere. Nelle opere di quest’artista c’è la consapevolezza di essere uguali e diversi nell’animo, c’è la priorità e il rispetto per le cose che nutrono l’anima e la mente perché gli interessi materiali diventino necessità e mai superiorità. Perché nella favola che Ciro vuole raccontare, si legge che è questo che salverà il mondo e renderà finalmente ogni creatore, ogni creativo simile alla cosa da lui creata, Ciro Palumbo l’ha capito e ce lo racconta con la sua fiaba, con il suo viaggio, il viaggio del giovane vecchio, l’interludio.

di Vittorio Sgarbi




El mundo encantado de Cyrus P. A world poblada por sueños coloridos...Ciro Palumbo nació en Zurich en 1965, y en Italia, su casa, cae en amor con el mar.Él crece y aprende a crear imágenes, para construirlas y dirigirlas, pero empieza a sentir, profundo, otro recordatorio, canto de las sirenas, que poco a poco lo lleva a esa enorme extensión de agua. Así que las pinturas, el mar, y se convirtió en el pintor de las Islas; y aunque no es claro que roca la unidad de su viento, sus islas están respirando en la lona y sus naves empieza a buscar nuevos matices, investigando entre forma y color y llevan la imagen de un hombre valiente, que vive soñando, para otros.



InterludioDefinire un artista es nunca fácil es mejor escribir que se pensaba y cómo gente ordinaria considera esta figura suspendida entre trascendente y racional. También porque no sé dar una definición de artista si no para lo que produce su iconologico y luego en una vida más racional, donde no hay no hay más lugar para los cuentos de hadas o fábulas, el artista se convierte absolutamente la indefinible por excelencia. El artista no necesita definir cómo es una brecha entre la vida que fluye llevado por tiempo y por el tiempo y la imaginación que es hogar de las esperanzas y los sueños de cada uno. Nader dijo que la poesía no debe ser explicada porque entendemos la emoción que es así, es para el artista que pinta, esculpe crea imagen o que escribe no puede definir lo contrario pierde su aura de catalizador de todas las tensiones del cosmos, del cosmos. .... Por otro lado el acuerdo de artista siempre ha sido el único que da visibilidad a invisible incluso para aquellos si desea mantener oculto porque ellos son rubor la moralidad común. Es un tipo de radio que recibe tanto benévolos y malévolos espíritus y según disponibilidad de inspiraciones que pertenecen a la invención y si irracional, y todo lo que el hombre común puede vivir sólo en la imaginación. Los antiguos pensaban que eran las musas a ispirar todos los artistas, actores de poetas incluso a músicos y pintores. En el renacimiento y el neoclasicismo hasta pensaron que no eran la musa, pero los Ángeles o demonios que venían para inspirar y liderar el corazón, la mente y la mano del acuerdo artista. Ángeles y demonios, entidades de figuras de claro y oscuro, brillante, se opuso a personificaciones de esas sombrías y el acuerdo de artista a uno u otro decide dar servicio. Recuerde que vieron dibujos mentionada Beethoven rodeado de demonios que los puntajes corregidos y Niccolò Paganini fue diseñado con un demonio detrás de su música Whisperer detrás de la oreja de ejecutar, Van Gogh protagonizada por un Kirk Douglas que estaba parado el alma de los Ángeles, demonios y una soledad buscada y temida. Y entonces parafraseando un pasaje de una carta que Vincent Van Gogh escribió a su hermano Theo, se podría decir que el acuerdo del artista es que si puede arrebatar el inefable si y qué imagen pueden tener forma y figura. Una especie de criatura, el artista, que ha recibido más que los demás la chispa mística del creador y sólo puede vivir masculina en un terreno que conoce el lugar pequeño celestial que ha sobrevivido. A veces espero que si existe un Dios, artistas deberían tener más compasión que cualquier otro hombre o cualquier hombre considera a artista.





Pero lo que hace el artista y le dona a pesar de la humanidad a veces no se corresponden con su forma de hacer y para relacionar a la gente como si la obra de arte sea una foto o una música o un poema es exactamente lo contrario de la persona que lo creó. Como si un orco fue permeado por un demonio benigno e inspirado, y no había ninguna relación entre el creador y lo que él creó. Así que me gustaría empezar a hablar de Cyrus Palumbo su persona y su forma de hacer son como sus cuadros, de sueños y de lo inmaterial. Hace tiempo conocí a un compositor que soñar con sus obras, como tantos otros, Francesco De Gregori, escribió palabras y música que marcó una época, sus canciones han permitido que los niños que ahora son padres que decir, el objeto de sus deseos, conceptos que de lo contrario habría permanecido en silencio y aseguró que se materializan en sonidos y palabras lo que de otro modo permanecerían inexpresadas en términos de ira, esperanza y libertad y no sólo en 70 los fatídicos años, pero aún así. Canciones como "signora aquilone", "rimmell", "pablo", "cuatro perros en la calle", "titanic" a "siempre y para siempre" se han convertido en más que canciones figura y establecer el marco para momentos se convierten en memorias y herencia de los mejores recuerdos de muchas personas. Los versos de Gregori cerrado en definitiva el mismo sonido que comienza desde el corazón y el cerebro y el cuerpo entero se regenera. Este es el significado y propósito de ciertos artistas, es decir, diría que aquellos que permanecen en la historia, permiten muchos sentimientos expresar emociones como ira y deseos y esperanzas. Pero si Cyrus Palumbo parece el depositario de un arte hace que casi los últimos y celebrando en cada trabajo con una técnica que permite el trabajo a escribir después de escribir para otros artistas no son lo mismo, que es sorprendido por cómo el establecimiento ha elegido para convertirse en el Heraldo de la creatividad. Sus obras son como la materialización de una idea que desde lo absoluto, o desde el infinito que canaliza al artista, Ciro Palumbo no hace nada pero asunto y figura a la idea. Y un poco como fue Michelangelo Buonarroti lo liberó de la idea que los oprimidos como el mármol más, era un abrigo de esa eterna imprigionasse, quien está encarcelado en condiciones ásperas. En Francesco De Gregori no es lo mismo. Cuando lo conocí y tuve la oportunidad de hablar con él encontré un hombre cauteloso e indiferente, grosera y adicto a la atención de la gente poder partido, algo que la gente ordinaria. Una persona completamente diferente de lo que piensan de su obra, muy diferente, muy diferente, para que los tiempos posteriores lo vi con la separación y estaba sonriendo y le intrigaba mis ojos que vieron más un poeta capaz de dar dirigida a lo profundo dentro de cada uno vio un pendejo poeta y egoísta y que seguirá siendo así en la historia, por sus canciones y por su inconsistencia en relación con los demás. Palumbo es más pinturas tomando la técnica del óleo témpera que vuelve a trabajar en todos sus pases que no son pocos, y entonces cada trabajo requiere tiempo y meditación hasta la última escritura de luz y transparencias. Tal vez es el que causa más afectados que Ciro Palumbo De Gregori que crea arte. Este punto de vista es creado a partir de un texto que escribí hace un tiempo por una escultura de Franco me inspire el viaje del joven viejo, un guerrero que se sienta abajo y trate de ver su reflejo en el filo de su espada y reflexiona sobre el tiempo pasó y pasará. han pasado 20 años y recuerdos en el juego hablando con Cyrus vinieron naturales hablar de la vida y quien llegó en algún momento del viaje se detiene y mira hacia atrás para ver lo que pasó y tratar de echar un vistazo a lo que sucederá. Así de que canción nacida o mejor compartir el viaje de los jóvenes viejos o jóvenes y viejos Ciro Palumbo dona foto a lo que de lo contrario sería sólo la palabra escrita, pero que necesita ser contada de la figura de la historia... El genio de la pintura de este artista explica en su carrera profesional, nació como un diseñador gráfico y se transfiere al redescubrimiento de las antiguas técnicas de representación tanto de la técnica del óleo témpera. En su camino a la imagen conducir al espectador a maravillarse con el juego de sumergido por este ricorddi, asombro y luego a la introspección.




Otra particularidad de la obra de este artista es unir armoniosamente, la idea conceptual que fue del arte metafísico, con lo que fue la base del concepto de arte surrealista, dos movimientos que Palumbo funde utilizando amalgama de melancolía y nostalgia casi que en él, pintar, cantar en una sola voz, su niña, niño y hombre. "Si metafísica se realiza en la representación de objetos y escenarios de una realidad que se hace de una nueva verdad que se esconde en cada tema, averiguar si sólo puede verlos o imaginarlos fuera de su contexto," dice Giorgio De Chirico y el surrealismo era encontrar el significado de las cosas, no la relación entre historia y visión, creando situaciones inesperadas e imposibles, los aspectos de ensueño y mejora de lo que cambia la imagen en imago, escribió René Magritte como magia, Ciro Palumbo estas dos corrientes artísticas se convierten en los conceptos básicos en los que la idea inspiradora toma forma. Las obras de esta exposición son también evidencia de la trayectoria artística de Palumbo y no me pregunto si en cada pintura el observador se retrouve porque se hace en la misma historia "el viaje de los jóvenes viejos" como las obras de la artista, de umanitas, de las cosas comunes, objetos y figuras que hacen el periódico y se convierten en recuerdos con la vida que pasa. Pero la tarea que haga a este artista es darle protagonismo a que emoción que aunque es igual para todos, hace diferente a cada persona si igual. Como si en realidad lo que hace diferente a otro hombre es también lo que une a saber probar emociones, sensaciones, sentimientos. Cada elemento y símbolo en las pinturas de Palumbo es divorciada de aleatoriedad. El cielo se convierte así, fondo, donde tiempo escribe los anhelos humanos con las estrellas y las nubes que pasan que marca el tiempo. El agua se está moviendo, simboliza el cambio. Las estatuas son historia antigua, que da voz a esas estatuas son religión ancestral que se mimetiza con la antigua mística y magia y milagro al mismo tiempo. Los juegos son la infancia que necesita detener el tiempo y dejar que Apolo o Dionisio con sus ninfas y musas que nos guíe en el camino de la vida, porque es en las pequeñas cosas que reflejan los infinitamente grande. La filosofía que pinta Palumbo Ares detiene, al menos por un tiempo, el papel del guerrero y usa el jardinero y nos da la ilusión de que es para siempre. De esta forma la imagen puede convertirse en una especie de ventana en la irrealidad del tiempo y los sueños que todavía permanecen vivos. En las obras de este artista existe la conciencia de ser el mismo y es diferente en mente, es la prioridad y el respeto por las cosas que nutren el alma y la mente porque tienen intereses materiales y nunca la superioridad. ¿Por qué en la fábula que Cyrus quiere contar, dice que esto es lo que salvar al mundo y hacer que finalmente cualquier creador, creativamente cada uno similar a lo que él creó, Cyrus Palumbo ha entendido y le dice su cuento de hadas, con su viaje, el viaje del joven edad, interludio

Vittorio Sgarbi























Ciro Palumbo was born in Zurich in 1965, and in Italy, his home, falls in love with the sea.He grows up and learns to create images, to build them and direct them, but begins to feel, deep, another reminder, song of the sirens, who slowly leads him to that huge expanse of water. So the paints, the sea, and became the painter of the Islands; and even though it is not clear to which rock the drive its wind, its islands are breathing on canvas and his ships start looking for new nuances, investigating between form and color, and carry the image of a man, brave, who lives dreaming, for others.


InterludioDefinire an artist is never easy it is better to write that he thought and how ordinary people consider this figure suspended between transcendent and rational. Also because I don't want to give a definition of artist if not for causing his iconologico and then in a more rational life, where there is no there is no more place for fables or fairy tales, the artist becomes quite the indefinable par excellence. The artist does not need to define what is a gap between the life that flows carried by time and by the time and imagination which is home to the hopes and dreams of each one. Nader said that poetry should not be explained because we understand the emotion that is so, it is for the artist that paints, sculpts creates image or that he writes can not define otherwise loses his aura as a catalyst for all the tensions of the cosmos, of the cosmos. .... On the other hand the artist agreement has always been the only one who gives visibility to invisible even to those if you want to keep hidden because they are blushing common morality. It is a type of radio that receives both benevolent and malevolent spirits and according to availability of inspirations that belong to the invention and if irrational, and all that the common man can live only in the imagination. The ancients thought were the Muses to ispirar all artists, actors of poets even to musicians and painters. In the Renaissance and neoclassicism even thought that they were not the Muse, but the angels or demons that came to inspire and lead the heart, the mind and the hand of the artist agreement. Angels and demons, figures of light and dark, bright, opposed personifications of these grim and the artist agreement to one or another decides to give service. Remember that they saw drawings General Beethoven surrounded by demons who corrected scores and Niccolò Paganini was designed with a demon behind his music Whisperer behind the ear of run, Van Gogh starring a Kirk Douglas which stood the soul of angels, demons and a solitude looked for and feared. And then paraphrasing a passage from a letter that Vincent Van Gogh wrote to his brother Theo, you could say that the agreement of the artist is that if you can snatch the ineffable if and what image they may have shape and figure. A species of creature, the artist, who has received more than others the spark mystique of the creator and can only live male in a land that knows the heavenly little place that has survived. Sometimes I hope that if there is a God, artists should have more compassion, that any man or any other man considered artist.



But what makes the artist and donates despite humanity sometimes does not correspond to and shape to relate to people as if the work of art is a picture or a music or a poem is exactly the opposite of the person who created it. As if an ORC was permeated by a demon benign and inspired, and there was no relationship between the creator and what he created. I'd like to start talking about Cyrus Palumbo himself and his way of doing so are like his paintings, of dreams and the immaterial. Long ago I met a composer who dream of their works, as many others, Francesco De Gregori, wrote words and music that marked an era, his songs have allowed that the children who are now parents who say, the object of his desires, concepts that otherwise would have remained silent and assured that they materialize in sounds and words that otherwise would remain inexpresadas in terms of anger, hope and freedom, and not only in 70 the fateful years, but still. Songs such as "signora aquilone", "rimmell", "Paul", "four dogs on the street", "titanic" to "always and forever" have become more than songs figure and establish the framework for moments become memories and legacy of the best memories of many people. The verses of closed Gregori ultimately the same sound that begins from the heart and the brain and the whole body is regenerated. This is the meaning and purpose of certain artists, that is, I would say that those who remain in history, allow many feelings express emotions such as anger and desires and hopes. But if Cyrus Palumbo seems the depositary of an art makes almost the past and celebrating in each work with a technique that allows the work to write after write for other artists are not the same, which is surprised by how the establishment has chosen to become the Herald of creativity. His works are like the materialization of an idea that from the absolute, or the infinite that he channeled the artist, Ciro Palumbo does nothing but matter and figure to the idea. And a little as it was Michelangelo Buonarroti freed him from the idea that the oppressed as the marble most, it was a shelter of that eternal imprigionasse, who is imprisoned in harsh conditions. Francesco De Gregori is not the same thing. When I met him and had the opportunity to talk to him I found a man wary and indifferent, rude and addicted to the attention of the people power party, rather than ordinary people. A completely different person from what people think of his work, very different, very different, so subsequent times saw him with detachment and was smiling and was intrigued by my eyes that looked more capable of giving poet directed deep within each saw a pendejo poet and selfish and that will continue to be so in historyhis songs and his inconsistency in relation to the other. Palumbo is more paintings taking the technique of oil tempera that reworks in all his passes that are not few, and then each work requires time and meditation until the last writing of light and transparency. Perhaps it is that causes more affected than Ciro Palumbo of Gregori, who creates art. This view is created from a text that I wrote some time ago by a sculpture of Franco inspire me the journey of the young old, a warrior who sits down and try to see their reflection in the blade of his sword and reflects on the time he spent and will. 20 years have passed and memories in the game talking to Cyrus came natural to talk about life and who arrived at some point in the journey stops and looks back to see what happened and try to take a look at what will happen. Thus from that song born or better share the journey of the young old or young and old Ciro Palumbo donates picture to what otherwise would be just the written word, but you need to be told of the figure of history... The genius of the painting by this artist explains in his professional career, was born as a graphic designer and is transferred to the rediscovery of the ancient techniques of representation both of the oil tempera technique. On his way to the image lead the Viewer to marvel at the play of submerged by this ricorddi, amazement and then to introspection.



Another peculiarity of this artist's work is to unite harmoniously, the conceptual idea that was of metaphysical art, which was the basis of the concept of surrealist art, two movements which Palumbo melts using amalgam of melancholy and nostalgia almost to him, paint, sing in one voice, his girl, boy and man. "If metaphysics is in the representation of objects and scenarios of a reality that is made of a new truth that lurks in every subject, find out if you can only see them or imagine them out of its context," says Giorgio De Chirico and Surrealism was to find the meaning of things, not the relationship between history and vision, creating unexpected situations and impossible, dreamy and improvement aspects of what changes the image in imago, wrote René Magritte as magic, Ciro Palumbo these two artistic currents become the basic concepts that the inspiring idea takes shape. The works in this exhibition are also evidence of the artistic career of Palumbo and not wonder if in each painting the observer is retrouvé because it is in the same story "the journey of the old youth" as the works of the artist, umanitas, common things, objects and figures that make the newspaper and become memories with the life that passes. But the task that this artist is to give prominence to emotion that although it is equal for all, makes different everyone if the same. As if actually what makes it different from another man is also what unites to try emotions, sensations and feelings. Each element and symbol in the paintings of Palumbo is divorced from randomness. The sky becomes as well, background, where time writes the human longings with stars and clouds that pass which marks the time. The water is moving, symbolizes the change. The statues are ancient history, giving voice to those statues are ancestral religion that is blends with the ancient mysticism and magic and miracle at the same time. The games are children who need to stop time and let that Apollo or Dionysus with their nymphs and muses that guide us in the way of life, because it is in the small things that they reflect the infinitely large. Philosophy that Palumbo Ares paints stopped, at least for a time, the role of the Warrior and uses the gardener and gives the illusion that it is forever. In this way the image can become a kind of window in the unreality of time and the dreams that still remain alive. In the works of this artist, there is the consciousness of being the same and is different in mind, is the priority and respect for the things that nourish the soul and the mind because they have material interests and never the superiority. In the fable that Cyrus wants to tell, says that this is what save the world and finally any creator make, creatively each one similar to what he created, Cyrus Palumbo has understood and tells his fairy tale, with its journey, the journey of the young age, interludio


Vittorio Sgarbi?






















































                                              


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